Presentazione
Arrigo Pacchi, nel suo bel libro Materia, indicava diverse accezioni di questo termine e del connesso «materialismo»; ne riprendiamo in particolare due: – una ontologico-naturalistica: le cose ci sono; ci sono indipendentemente da noi; non hanno un senso, sono quelle che sono (significati limitati e parziali li diamo noi, nell’intrecciarsi delle nostre pratiche); non sono state create da una qualche intelligenza, si sono sviluppate e si sviluppano naturalmente; – una etico-naturalistica: gli uomini (esseri sensibili che provano piacere e dolore) hanno diritto su questa terra al massimo benessere possibile per tutti; non il benessere di una minoranza a scapito di una maggioranza; non «stai buono e sopporta la tua sofferenza, sarai ripagato nell’aldilà»; ma ciò che è espresso mirabilmente dalla poesia di Heine:
Un canto nuovo, un canto migliore,
amici, vi voglio scrivere! Noi vogliamo già qui sulla terra
edificare il regno dei cieli.
Vogliamo essere felici in terra
e non soffrire più la fame;
il ventre ozioso non deve consumare da solo
quel che hanno fatto mani industriose.
Quaggiù cresce abbastanza pane
per tutti i figli degli uomini,
e anche rose e mirti e bellezza e gioia,
come pure piselli dolci.
Sì, piselli per ognuno,
ppena i gusci si spaccano!
Il cielo, lo lasciamo
agli angeli e ai passerotti.
Questi sono valori per la cui realizzazione si può continuare a lottare, ma senza esiti garantiti: nella storia non c’è un fine che immancabilmente deve realizzarsi, ma progetti finiti e contingenti, in contrasto con altri.
Quanto diciamo rappresenta, naturalmente, solo un modo di vedere, che è bene dichiarare; Epicuro affermava che «il saggio sarà dogmatico», e questo si può intendere nel senso che solo dicendo con chiarezza ciò che si pensa ci si espone, correttamente, alla discussione e alla correzione.
D’altra parte sappiamo, con Giulio Preti, che di vedute generali coerenti se ne possono costruire quante se ne vogliono; è importante sia difendere coerentemente la propria, sia rispettare le altre (e la filosofia è essenzialmente esercizio di tolleranza e pluralismo); ma le varie vedute generali hanno una base comune, l’esperienza sensibile, dove si può «vedere insieme» e verificare insieme; e magari lavorare insieme ad un progetto comune, limitato al mondo degli uomini, per il benessere comune, pur avendo – e tenendo – vedute generali assai diverse ed anche opposte.