Democrazia e rivoluzione nel pensiero di Marx ed Engels (1847-1850)
Alvaro Bianchi
Occorre prendere sui serio l’affermazione di Jacques Derrida sulla necessità di «leggere, rileggere e discutere Marx» (1) Ed occorre farlo perche Marx ha ancora molto da dirci. Ma in che modo rileggerlo? Questa e la questione. Le condizioni per avvicinarsi criticamente alia sua opera sembrano essere oggi pili favorevoli che in passato. II marxismo e già stato, e bene ricordarlo, una teoria di Stato. Imprigionato in manuali, trattati ed enciclopedie sempre aggiomati per epurare quelli che cadevano in disgrazia o per sopprimere idee che diventavano scomode, il marxismo e stato utilizzato come giustificazione teorica del dominio della burocrazia stalinista. Ha perso in questo modo molta della sua capacita critica e del suo stesso potenziale esplicativo, e si e trasformato in un’«interpretazione del mondo», un sistema chiuso immune a nuovi problemi (2) .II collasso dell’Unione Sovietica e il fallimento dei partiti comunisti che la sostenevano in tutto il mondo hanno significato anche la caduta di questo marxismo. Senza il sostegno di un apparato statale, esso e oggi una rovina visitata dalla ricerca storica, un monumento che testimonia cio che una teoria dell’emancipazione deve evitare. Lavo rando criticamente su queste rovine una nuova generazione di ricercatori ha cominciato a promuovere un’importante rivalorizzazione teorica dell’opera di Marx. Non si tratta pili di trovare il Marx autentico per contrapporlo ad interpretazioni considerate scorrette o devianti. Si tratta di ritrovare nell’opera di Marx le molteplici possibilita di una ricer ca critica e creativa sulla societa capitalista e il suo superamento. Questa molteplicita dipende dalle condizioni stesse di composizione dell’opera, dal suo carattere poliedrico e pluritematico, dalla sua diversita materiale, dal suo volume e dalla sua estensione tem porale. Ma dipende anche dalle tensioni costitutive di un pensiero che assume su di se il rischio di prendere la storia come proprio oggetto, esprimendo all’intemo della teoria le contraddizioni del proprio tempo.Questo nuovo molteplice incontro con le possibilita della critica intende rivelare in modo paziente e meticoloso queste tensioni. Identificarle all’intemo dei differenti momenti dell’opera di Marx significa ricostruire il modo con cui il movimento dei concetti s’inscrive nel movimento della storia. L’obiettivo di questo articolo e rivelare le tensioni presenti nei concetti di democrazia e rivoluzione, ricostruendo il movimento di questi stessi concetti in un periodo estremamente ricco della produzione teorica di Marx ed Engels.
1. Da Kreuznach a Parigi: itinerario di una formazione
Nel gennaio del 1843, una riunione del Consiglio dei Ministri prussiano, in cui era presente lo stesso re, soppresse la Rheinische Zeitung, giomale in cui si concentrava allora l’attivita di Marx. Dopo pochi mesi parti per Bad Kreuznach, dove la famiglia di sua moglie, Jenny, aveva una casa di vacanze. A Kreuznach Marx ebbe l’opportunita non soltanto di concludere la critica della filosofia del diritto di HegeP, rna anche di ri fiettere sulla situazione politica tedesca ed europea. La sua rifiessione nel tempo passato (11) e le idee espresse in Zur Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie presero un corpo e un contomo definito in alcuni testi pili noti: Zur Judenfrage e Zur Kritik der Hegel schen Rechtsphilosophie. Einleitung, pubblicati nel febbraio del 1844, ormai a Parigi, nei «Deutsch-Franzosische Jahrbiicher»; e le Kritische Randglossen zu dem Artikel «Der Konig von PreujJen und die Sozialreform. Von einem PreujJen», uscito sui «Vorwarts!» nell’agosto dello stesso anno. In questi testi il giovane Marx sostiene l’inutilita e l’impraticabilità della rivoluzione politica e democratica. La questione politica centrale che pongono e quella del rapporto esistente tra emancipazione politica ed emancipazione umana, tra rivoluzione politica e ri voluzione sociale. L’argomento di Marx si fonda sull’idea che in Germania 1’emancipazione politica non potrebbe essere completata se non fosse preceduta dall’emancipazione umana: In Francia l’emancipazione parziale e il fondamento di quella universale. In Germania l’emancipazione universale e conditio sine qua non di ogni emancipazione parziale. In Francia e la realta, in Germania l’impossibilita della liberazione graduale che deve generare la liberta totale (4). Questa affermazione si basava sulla percezione dell’incapacita politica della borghesia tedesca. Un’incapacita che era anche economica. Diversamente da altri paesi d’Europa, la Germania aveva vissuto la contemporaneita soltanto come filosofia. Mentre in Inghil terra e in Francia si trattava di abolire le forme politiche ed economiche del presente, portate ormai alle Ion) ultime conseguenze, in Germania si trattava di portare alle ultime conseguenze queste stesse forme (5) Marx ed Engels torneranno ripetutamente su questi paragoni. Indagando le diverse forme che lo sviluppo economico, politico e filosofico assumeva in diverse situazioni, costruirono una sottile analisi storica nella quale i tempi che caratterizzavano la particolarità della vita sociale nazionale si ritrovavano in uno scenario europeo e segnavano in questa scenario il ritmo dell’accelerazione e del rallentamento della rivoluzione. La rivolta dei tessitori slesiani nel 1844 fu il momenta di uno di questi re-incontri. Perla Germania si trattava dell’emergere della questione operaia, un crocevia storico a partir dal quale essa cominciava a condividere il tempo dell’Europa. L’esperienza della rivolta operaia slesiana fu anche per Marx una conferma della non contemporaneita della borghesia tedesca col suo stesso presente e della sua incapacita di svolgere un ruolo sociale e politico simile a quello assunto a suo tempo dalla borghesia inglese e da quella francese. Nelle Kritische Randglossen, scritto dopo la rivolta, la cri tica di Marx assume un carattere pili esplicito: Si deve ammettere che la Germania possiede una tanto classica vocazione per la rivo luzione sociale quanta e incapace di una rivoluzione politica. Infatti, come l’impotenza della borghesia tedesca e l’impotenza politica della Germania, cosila disposizione del proletariato tedesco – anche prescindendo dalla teoria tedesca – e la disposizione sociale della Germania(6). La rivoluzione politica potrebbe avere come protagonista una classe che, a partire dalla sua situazione particolare, fosse capace di promuovere un’emancipazione generale della societa, liberandola dalla precedente situazione di oppressione e inaugurandone una nuo va. In Francia la borghesia e stata la classe che e riuscita ad elevarsi alia condizione di rappresentante generate della societa e a prendere su di se la funzione di classe liberatrice per eccellenza, negando l’oppressione del clero e della nobilta ed istituendo la propria dominazione particolare. Manon e questa ilcaso della Germania, ove non esisteva alcuna classe speciale che possedesse «la coerenza, il rigore, il coraggio, la spregiudicatezza che potrebbero contrassegnarla come rappresentante negativa della societa» (7 ). L’incapacità della borghesia permetteva l’affermazione del proletariato come potenza storica, cioè come agente sociale del mutamento storico. Certo, potenza universale nella misura in cui rappresenta il movimento generale della societa, rappresentanza che in Francia era toccata alla borghesia. Altro e, tuttavia, per Marx, rispetto alia borghesia, il posto occupato dal proletariato nell’emancipazione. Infatti, diversamente da questa, il proletaria to risolve la tensione esistente trail particolarismo e l’universalita con un’emancipazione che none soltanto la fine di una situazione di oppressione, rna la fine di ogni oppressione. La sua emancipazione e 1’emancipazione di tutta la societa(8) Scrive Marx: Dov’è dunque la possibilità positiva della emancipazione tedesca? Risposta: nella formazione di una classe con catene radicali, di una classe della societa civile, di un ceto che sia la dissoluzione di tutti i ceti, di una sfera che per i suoi patimenti universali possieda un carattere universale e non rivendichi alcun diritto particolare, poiche contra di essa viene esercitata non una ingiustizia particolare bensl.l’ingiustizia senz’altro, la quale non può più appellarsi ad un titolo storico rna al titolo umano,che non si trova in contrasto unilaterale verso le conseguenze, rna in contrasto universale contra tutte le premesse del sistema politico tedesco, di una sfera, infine, che non puo emancipare se stessa senza emanciparsi da tutte le rimanenti sfere della societa, la quale, in una parola, e la perdita completa dell’uomo, e può dunque guadagnare nuovamente se stessa soltanto attraverso il completo recupero dell’uomo. Questa dissoluzione della societa in quanta ceto particolare e il proletariato (9).
In Zur Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie. Einleitung erano esplicitate 1’attuali ta e precedenza storica della rivoluzione sociale. Questa era in grado di portare a termine l’emancipazione reale del genere umano. La rivoluzione politica e l’emancipazione che essa poteva produrre erano cosi spostate nell’ambito della teoria. Ma questa spostamento nell’ambito della teoria era soltanto la traduzione di uno spostamento storico. L’eman cipazione politica era impraticabile in Germania perche questa non trovava il soggetto capace di realizzarla: «Non si puo realizzare una rivoluzione borghese con una borghesia che none rivoluzionaria» (10).In Germania, ciò che l’emancipazione politica aveva rappre sentato per l’Inghilterra e per la Francia esigeva, per essere realizzato, una rivoluzione sociale. ll proletariato era, per Marx, il nuovo soggetto di questa rivoluzione. Era l’unico che, col suo movimento, avrebbe potuto esprimere l’universale ed era l’unico che avreb be potuto, emancipandosi,,emancipare tutto il genere umano. Michel Lowy rileva come soltanto nella seconda parte di Zur Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie. Einleitung, redatta a Parigi, abbia fatto la sua comparsa questa nuovo soggetto sociale. Nelle turbolente strade della capitale francese Marx aveva incontrato il proletariato, il quale, nella sua stanza di studio parigina, aveva cosi per la prima volta preso posto nel testa marxiano. La filosofia tedesca trovava, cosi, quel soggetto sociale che avrebbe potuto permettere il suo incontro con l’economia politica della sua epoca(11 ). Questa soggetto non era pili la «massa sofferente» degli scritti del 1843(12) , ne la «massa» o il «popolo» a cui si fa riferimento nella prima parte di Zur Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie. Einleitung. ll nuovo soggetto acquista ora una ‘fisionomia chiara, di venta un universale concreto, un soggetto avente il proprio posto nella storia. Gli elementi per pensare una teoria della rivoluzione permanente si trovano gia presenti in questa testa, rna l’idea di rivoluzione permanente veniva esplicitata in Zur Judenfrage:Nei momenti in cui prevale il suo sentimento di se, la vita politica cerca di soffocare il suo presupposto, la societa civile e i suoi elementi, e di costituirsi come la reale e non contraddittoria vita dell’uomo come genere. Essa puo questa, nondimeno, solo attraverso una violenta contrad dizione con le sue stesse condizioni di vita, solo dichiarando permanente la rivoluzione(13). Il destino di questa formula sara piuttosto accidentato e, per lo scopo che si propane questa articolo, e importante segnalarne la traiettoria nel pensiero di Marx, rna anche in quello di Engels. La ricerca marxista contemporanea ha interpreto spesso questa formula a partire dalle esigenze della politica contemporanea, rivendicando al tempo stesso la neutralita assiologica della propria interpretazione. L’approccio che si adotta qui non rivendica per se questa pretesa neutralita politica, ma cerca di realizzare una lettura genetico-diacronica che permetta d’interpretare le trasformazioni attraverso cui è passata questa formula all’intemo di un’opera che e parte della storia della sua epoca.
2. La democrazia come movimento e principia
E’ noto che l’incontro decisivo tra Marx ed Engels avvenne a Parigi- si trattava, in realtà, del loro secondo incontro , nell’agosto del 1844, e che da questa incontro nacque una lunga collaborazione. Le loro traiettorie di vita sono differenti, per quanta parallele sotto vari rispetti. Nella stesso anno in cui Marx si accostava all’economia politica nei suoi scritti nella Rheinische Zeitung sulla legge concernente i furti di legna, Engels rifletteva sulla teoria economica inglese per redigere il suo Umrisse zu einer Kritik der NationalOkonomie. Ma l’adesione di Engels al comunismo datava 1842, quindi uno o due anni prima di quella di Marx. Come il suo arnica, Engels era giunto al comunismo per mezzo della filoso:fia, rna diversamente da lui, possedeva, in Inghilterra, uno stretto contatto con la «classe universale». E gia nel1843 si era avvicinato, a Leeds, al direttore del giornale «cartista» «The Northern Star», George Julian Harney(14).La relazione con il cartismo inglese segno profondamente Marx ed Engels, una e soprattutto sui secondo che i suoi effetti furono più intensi. In particolare, l’uso che egli fa del vocabolo «democrazia» e fortemente influenzato dal significato attribuito ad esso dal cartismo e soprattutto dall’ala sinistra di questa movimento. Nel 1837 Harney, insieme a James Bronterre O’Brien, aveva fondato la East London Democratic Association, in opposizione alia pili moderata Working Man Association di William Lovett, e nel 1845 lo stesso Harney creo il Fraternal Democrats, un’associazione europea di cui faceva parte la Lega dei Giusti. Per l’ala sinistra del cartismo, il termine «Democrazia», fre quentemente indicato con la maiuscola, serviva a designare, in modo piuttosto vago, il movimento del popolo, o, addirittura, lo stesso popolo.E’ in questa accezione che la parola appare negli scritti politici di Engels di questa periodo. A partire perlomeno dal 1846, egli andava stabilendo un’identita tra democrazia e comunismo che non si trovava in modo altrettanto chiaro in Marx. Un’identita che appariva esplicitamente, per esempio, nell’articolo di Engels sulla festa delle nazioni a Londra. II comunismo francese e il cartismo inglese erano definiti qui come sviluppi storici della democrazia moderna nata con la Rivoluzione francese del 1789. Secondo Engels, la Rivoluzione francese non era stata soltanto una Iotta in nome di tale o tal’altra forma politica. La democrazia moderna era il risultato dell’azione di un partito che si appoggiava al proletariato e, per questa ragione, era pili di un semplice modo di orga nizzazione politica. Essa era stata, anzitutto, un movimento sociale dopo il quale «ogni democrazia puramente politica e divenuta una completa assurdita» (15) La cospirazione di Babeuf fatta in nome dell’uguaglianza rivelava le conseguenze ultime della democrazia del 1793. Affermava allora Engels: La democrazia, al giorno d’oggi, e il comunismo […].La demacrazia e diventata prin cipia praletaria, principia delle masse. Le masse passana avere una cascienza pili a mena chiara di questa significata della democrazia, una tutti hanno almeno l’ascuro sentimento dell’eguaglianza dei diritti sociali nella democrazia. Le masse democratiche possono essere tranquillamente incluse nel novero delle forze che combattono per il comunismo. E se i partiti proletari di diverse nazioni si uniscono hanno tutto il diritto di scrivere sulle loro bandiere la parola «democrazia» perche nel 1846 tutti i democratici europei, ad eccezione di quelli che non contano, sono più o meno chiaramente comunisti(16 ) .Secondo l’argomento di Engels, nella misura in cui la realizzazione dell’uguaglianza politica esigeva come presupposto l’uguaglianza sociale, si stabiliva l’identita di de mocrazia e comunismo. II riferimento, tuttavia, non era alla democrazia come forma istituzionale. Engels non stabiliva un’identità tra il comunismo e la forma istituzionale chela democrazia era venuta ad assumere a partire dalla seconda meta del secolo XIX, la democrazia liberal-rappresentativa(17 ). L’identità stabilita era quella che può esistere tra il principio comunista dell’uguaglianza e il principio democratico dell’uguaglianza e tra il comunismo come movimento sociale e la democrazia come movimento sociale. Questa identità ha i suoi precedenti nelle idee neo-babuviste che si diffondevano in Fran cia all’inizio degli anni Quaranta del secolo XIX. Nel suo Dialogue sur la reforme electorale, entre un communiste, un reformiste, un doctrinaire, un legitimiste, Theodore Dezamy afterrna che per i «Veri democratici la Iegge che precede e che e superiore ad ogni ordine politico […] e l’uguaglianza reale, e la comunita sociale e politica»(18) .
Nella scelta dei partecipanti al dialogo sorprende l’assenza di un democratico «puro». Spettava al comunista la difesa di una vera democrazia di fronte alle vacillazioni o anche all’opposizione dei suoi interlocutori. II sistema d’idee della cospirazione degli Uguali si sviluppo affermando un egualitarismo radicale, insieme sociale e politico e, quindi, un’identita tra i principi democratico e comunista. E’ a questa tradizione che si riferisce Marx nel suo articolo di critica a Karl Heinzen pubblicato sulla «Deutsche-Briisseler-Zeitung» l’11 novembre del 1847: La prima apparizione di un partito comunista realmente attivo si ha in seno alia rivoluzio ne borghese, nel momento in cui viene eliminata la monarchia costituzionale. I repubblicani pili coerenti, in Inghilterra i livellatori, in Francia Babeuf, Buonarroti ecc., sono stati i primi a proclamare queste «questioni sociali». La «congiura di Babeuf», scritta dal suo amico e compagno di partito Buonarroti, mostra come questi repubblicani attinsero dal «movimen to» storico la nozione che eliminando la questione sociale di monarchia e repubblica non si risolve ancora alcuna «questione sociale» nel senso del proletariato (19).Era cosi esplicitata l’identita di comunismo e «vera democrazia» che alcuni commen tatori ritengono di trovare gia in Zur Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie, scritto da Marx nel1843(20). Ma i riferimenti che Marx ed Engels facevano ai livellatori, a Babeuf e Buonarroti, indicano ormai che questa identita era estesa al di la del principia costitutivo dell’uguaglianza ed abbracciava lo stesso movimento sociale. L’identita cosi costituita aveva effetti pratici per la stessa azione politica immediata affermando l’unita tra i partigiani della democrazia ed i partigiani del comunismo. L’organizzazione politica che Marx ed Engels crearono a Bruxelles si presentava, per questa ragione, come un’orga nizzazione dei «comunisti democratici». L’identificazione tra la democrazia e il comunismo implicava anche una necessaria distinzione dai liberali e dal liberalismo. In un articolo pubblicato sui giomale «The Northern Star» nell’aprile del 1846 sulla situazione politica tedesca, Engels procede a questa distinzione. La borghesia, affermava in questa occasione, doveva il proprio potere esclusivamente al denaro, cosi che doveva fare di questo l’unico criteria per stabilire la capacita legislativa di un individuo. Per questa ragione, aveva dissolto tutti i privilegi feudali, aveva riconosciuto l’uguaglianza come principia, aveva fatto del principia elet torale la base del governo e aveva garantito la liberta di stampa. II dominio politico della borghesia, affermava Engels, «si manifesta quindi in forma essenzialmente liberale […]. Fin qui esse [le classi borghesi] appaiono in tutto e per tutto democratiche» (21).Male riforme imple entate sostituivano soltanto i privilegi precedenti col privilegio del denaro. II principia. eiettorale era accompagnato dal voto censuario; la libera era ridotta a liberta «di fronte alia legge» nelle condizioni di «disuguaglianza esistente» e la fine della censura si trasformava in un privilegio per coloro che avevano denaro per vendere e comprare fogli stampati. I nuovi particolarismi generati da queste riforme non impedivano, tuttavia, affermava Engels, chela borghesia potesse contare sull’appoggio dei lavoratori nella lotta contro l’assolutismo:in tutti i paesi, nel periodo dall’ ‘815 all’ ‘830, il movimento essenzialmente democratico delle classi lavoratrici e stato più 0 meno subordinato al movimento liberale dei borghesi. Il popolo lavoratore, benche pili avanzato della borghesia, non poteva ancora vedere la totale differenza tra liberalismo e democrazia, tra emancipazione delle classi borghesi ed emancipazione delle classi lavoratrici, non poteva vedere la differenza tra la liberta del denaro e la liberta dell’uomo (22). Questa distinzione era condivisa da Marx, come rivela la lettera inviata insieme ad Engels e Philippe Gigot, in cui si salutava la vittoria elettorale ottenuta dal leader dei cartisti Fergus O’Connor nelle elezioni di Nottingham, nella quale si affermava «l’anta gonismo tra la democrazia della classe lavoratrice e illiberalismo della borghesia»(23) Ma l’articolo di Engels andava oltre questa distinzione, nella misura in cui identificava la democrazia con 1’«emancipazione delle classi lavoratrici […] la libertà dell’uomo».
3. La democrazia come suffragio universale e realizzazione della sovranita popolare
L’unità, se non la stessa identità tra i movimenti democratico e comunista era segnata da una confluenza programmatica. A garantire questa unita era la rivendicazione dei cartisti inglesi: il suffragio universale. In questo momento, Marx ed Engels intendono la democrazia e il suffragio universale come la realizzazione della sovranità popolare e della supremazia della classe lavoratrice. In questo senso, il suffragio universale è il prima atto del comunismo e della dissoluzione della Stato politico. Questa significato si rivela nel programma critico di ricerca sullo Stato e la politica, scritto da Marx nel1845. Il programma e una lista di punti da sviluppare, niente pili di questa, registrati in uno dei suoi quaderni di appunti. Nell’ultimo di questi punti scriveva: «9″. Il diritto elettorale, la latta peril superamento della Stato e della societa civile»(24 ) .Si noti, a tale riguardo, che il suffragio universale si trova associato alla «latta per il superamento della Stato e della societa civile», proprio come in Zur Kritik der Hegel schen Rechtsphilosophie. Su questa punta e importante dar rilievo al fatto che il suffra gio universale non era inteso come il superamento della Stato e della societa civile, rna come un momenta della latta per il superamento. In questa modo e possibile pensare la democrazia come una premessa del comunismo, e non come il comunismo in se. Non si tratta, tuttavia, di una semplice relazione di mezzi e fini, dal momenta chela realizzazio ne del comunismo sembra richiedere, all’intemo del mero elenco in cui consiste questa testa, il suffragio. Non c’e pen), perlomeno in questa testa, nulla che indichi uno svuotamento da parte di Marx del contenuto sociale della democrazia e la sua riduzione a una forma istituzio nale della Stato·a alla realizzazione della mera emancipazione politica. Ecco perche la latta per il superamento della Stato e vincolata alla latta per il superamento della societa civile-borghese. Eppure l’interpretazione di Engels nel progetto di programma da di scutersi al prima Congresso della Lega dei Comunisti e diversa. Redatto nella forma di domande e risposte, questa abbozzo chiariva: «La prima condizione fondamentale per introdurre la comunita dei beni e la liberazione politica del proletariato mediante una costituzione democratica della Stato»(25 ). Al contrario di quanta aveva affermato Marx nel 1844 nei «Deutsch-Franzosische Jahrbiicher», l’emancipazione politica e intesa qui come il presupposto dell’emancipa zione sociale. L’idea centrale su cui si sosteneva l’affermazione della permanenza della rivoluzione nel 1844 – la precedenza dell’emancipazione sociale su quella politica sembrerebbe allora esser messa di lato. L’avvio di un movimento democratico in Ger mania segna questa nuovo spostamento. In effetti, in tutta Europa, rna anche in Francia, l’agitazione politica diventava evidente nel 1847.L’attivarsi dell’opposizione in Germania seguiva un cammino peculiare e doveva essere distinta da quella che aveva luogo in Francia. Per questa ragione, Marx ed Engels si opposera ai veri socialisti, che, trapiantando in modo meccanico il discorso politico dei comunisti francesi in un contesto sociale e politico assai differente, rifiutavano di far parte di un movimento unificato contra lo status quo e teso ad una profonda riforma politica(26 ) . E, a tale riguardo, difendevano l’importanza assunta dalla latta per l’emancipazione politica nel contesto tedesco. La seconda versione del pre-progetto di programma della Lega dei Comunisti, intitolata Grundsazte des Kommunismus [Principi del comunismo], anch’essa redatta da Engels, avanzava su questa nuova strada, insistendo appunto sullo spostamento della rivoluzione sociale. Cercava pen) di esplicitare quali fossero le differenze nazionali:
Prima di tutto la rivoluzione del proletariato instaurerà una costruzione democratica, e con ciò il dominio politico, diretto o indiretto del proletariato.Diretto in Inghilterra ,dove i proletari costituiscono già la maggioranza del popolo .Indiretto in Francia e in Germania,dove la maggioranza del popolo è costituita non soltando di proletarati ,ma anche di piccoli contadini e di piccoli borghesi. La democrazia era intesa come un mezzo per ottenere misure che fossero, queste sl, re sponsabili della soppressione delle proprieta privatae dell’emancipazione sociale. La demo crazia configurata in questa testa era una premessa del comunismo. In un paese come la Ger mania una «costituzione democratica>> avrebbe semplificato il confiitto di classe e avrebbe reso trasparente 1’antagonismo che opponeva la borghesia e il proletariato. La democrazia era cosi un mezzo per la latta proletaria. Questa non sembra pero essere il suo unico significato possibile, dal momenta che, nel caso dell’Inghilterra, la democrazia, la sovranita del popolo, sarebbe st ta coincidente col «dominio politico diretto» del proletariato. Come «dominio politiCo diretto» del proletariato la democnizia era concepita non soltanto come un mezzo necessaria per il comunismo, rna come la stessa transizione ad esso. Questa idea fu sviluppata da Engels nel numero del ottobre 1847 della «Deutsche Briisseler-Zeitung». Replicando alle critiche rivolte da Karl Heinzen ai comunisti di Bruxelles, Engels chiariva la relazione che avrebbe dovuto esserci tra emancipazione politica ed emancipazione sociale: I comunisti, ben lungi dal sollevare inutili contese coni democratici, nelle presenti cir costanze, peril momenta agiscono invece essi stessi da democratici, in tutte le questioni pratiche di partito. In tutti i paesi civili la democrazia ha come conseguenza necessaria l’egemonia politica del proletariato, e l’egemonia politica del proletariato e il prima pre supposto si tutti i provvedimenti comunisti. Finche la democrazia none ancora conqui stata, comunisti e democratici combattono dunque insieme, gli interessi dei democratici sono in pari tempo quelli dei comunisti. Fino a questa punta le divergenze tra i due partiti sono di natura puramente teorica e possono benissimo essere discusse nel campo teorico senza che cio disturbi in alcun modo l’azione comune. Ci si puo persino intendere su vari provvedimenti da prendere, nell’interesse delle classi finora oppresse, subito dopa la conquista della democrazia, quali per esempio la gestione statale della grande industria, delle ferrovie, l’istruzione di tutti i fanciulli a spese della Stato ecc.(28).Com’e nato, la versione definitiva del programma della Lega dei Comunisti fu scritta nella sua interezza da Marx all’inizio del1848, prendendo come base gli engelsiani Grun dsiizte des Kommunismus, e ricevette il nome di Manifest der Kommunistischen Partei [Manifesto del partito comunista] (29) Versione che si costitutiva in un programma, al tempo stesso teorico e pratico, proprio come era stato commissionato ai suoi autori dal congresso della Lega. Scritto col proposito d’infiuenzare il processo rivoluzionario in gestazione in tutta Europa, il programma non esplicitava soltanto le basi programmatiche generali dei comunisti, ma, per alcuni paesi, affermava anche le direttive di azioni particolari. L’influenza del testo di Engels si avverte in diversi momenti, principalmente in quello in cui viene discussa la rivoluzione e il programma dei comunisti. Ma vi sono alcune sottili alterazioni di grande importanza. Cosi, anzichè definire come prima passo del la rivoluzione l’instaurazione di una «costituzione democratica», il Manifesto afferma come «il prima passo nella rivoluzione operaia sia l’elevarsi del proletariato a classe dominante, la conquista della democrazia [der erste Schritt in der Arbeiterrevolution die Erhebung des Proletariats zur herrschenden Klasse, die Erkiimpfung der Demokratie ist]»30 • L’eliminazione della parola «costituzione» sembra ricondurre il testa del Mani festo ad un concetto di democrazia che denota una condizione di uguaglianza politica e sociale come fondamento di uno Stato rappresentativo democratico distinto da uno Stato costituzionale rappresentativo il cui fondamento e una costituzione (31 ).Tuttavia, l’idea chela conquista della democrazia non sarebbe equivalente al comunismo e mantenuta nel Manifesto. La democrazia, ossia la supremazia politica delle classi lavoratrici permetterebbe «interventi dispotici» nel diritto di proprietà e l’espropriazione di tutto il capitale in modo da concentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani della Stato, «vale a dire del proletariato stesso organizzato come classe dominante»32 • Secondo Marx ed Engels, per giungere a questa concentrazione sarebbe stato necessaria percorrere un lungo cammino. Un complesso di dieci misure da applicarsi ai «paesi pili avanzati» ne indicava la direzione: espropriazione della proprieta fondiaria, imposte progressive, abolizione del diritto ereditario e monopolio statale del credito e dei trasporti sono alcune di queste misure.Non si trattava, tuttavia, di un insieme di misure di applicazione universale. Lo indicava già la riserva fatta sulla loro applicazione ai «paesi pili avanzati». Rafforzano questa idea le Forderungen der Kommunistischen Partei in Deutschland [Rivendicazioni del partito comunista in Germania], che consistono in una traduzione di quelle rivendicazioni peril caso particolare di un paese che non puo essere considerato politicamente o socialmente «avanzato». Le rivendicazioni riproducono in grande misura quelle contenute nel Manifesto, ma il tono è sensibilmente pili moderato. Anziché proporre l’abolizione del diritto ereditario,per esempio rivendicavano la ” limitazione del diritto di successione”(33).Le principali differenze risiedono )nel maggior peso acquisto dalle richieste democratiche : l’incipito delle Forderungen dichiara la Germania una “repubblica una è individuale “è il diritto di ogni tedesco maggiore di ventuno anni di ” eleggere ed essere eletto”(34).
Le differenze esistenti tra il programma del Manifesto e le Forderungen dipendono dalla lettura che Marx ed Engels facevano delle possibilità della rivoluzione in terra tede sca. Si assisteva all’attivarsi di un’opposizione liberale in Germania a partire dalla meta degli anni Quaranta. Questo spostamento politico delle frazioni della borghesia tedesca non fu privo di conseguenze teoriche. Engels riteneva l’annuncio di una costituzione per la Prussia il segnale della caduta dell’assolutismo e della nobiltà e l’inizio di un movi mento che avrebbe presto potuto conquistare «una costituzione rappresentativa per la borghesia, la liberta di stampa, l’indipendenza dei giudici e le giurie popolari». Questa situazione sarebbe stata la «ripetizione del 1789 in Prussia»(35). La ripetizione del 1789 non era tuttavia confusa con la realizzazione della democrazia. Secondo Engels: E se il movimento rivoluzionario che ora comincia interesserà direttamente la sola borghesia, esso none affatto indifferente per gli interessi del popolo. Dal momento in cui il potere della borghesia e costituito, comincia il movimento democratico separato e ben definito. Nella latta contro il dispotismo e l’aristocrazia, il popolo, il partito democratico, non può avere che una parte secondaria; il prima posto appartiene alia borghesia. Ma dal momento in cui la borghesia stabilisce il suo proprio governa, identificandosi con un nuo vo dispotismo e una nuova aristocrazia contra il popolo, la democrazia si presenta come l’unico, esclusivo partito del movimento(36 ).L’analogia con la situazione francese era ripetuta da Engels nella sua analisi sullo status quo in Germania, scritta nel marzo-aprile del 1847, definendo la distinzione che avrebbe dovuto esser fatta tra i due paesi. In Francia, in seguito al risultato delle rivolu zioni dei secoli XVIII e XIX, la borghesia esercitava un completo dominio, e quindi gli attacchi del proletariato francese alia borghesia erano attacchi contro la classe dominante e, per questa ragione, erano «decisamente rivoluzionari»(31 ).Diversa era, tuttavia, la situa zione in Germania secondo Engels: «In Germania la borghesia non solo none al potere, rna e addirittura la nemica pili pericolosa dei governi esistenti» (38). Questo apprezzamento della posizione politica della borghesia tedesca non era esclu sivo di Engels. Si trovava anche, sebbene in modo mitigato, nel Manifesto del partito comunista. In questo testo, Marx chiarisce che, data l’immanenza di una rivoluzione borghese in una situazione nella quale lo sviluppo del proletariato era assai superiore a quello dell’Inghilterra del XVII secolo e a quello della Francia del XVIII secolo, i comunisti avrebbero dovuto prestare speciale attenzione allo sviluppo politico di questo paese. L’eccezionalità di questo sviluppo esigeva che in Germania il partito comunista lottasse insieme con la borghesia «ogni qualvolta questa prende una posizione rivoluzionaria contro la monarchia assoluta, contro la proprietà fondiaria feudale e contro la piccola borghesia reazionaria»(39) . Ma la vittoria della rivoluzione borghese era soltanto la conquista del potere politico da parte della borghesia, e, per questa ragione, non era «l’elevarsi del proletariato a classe dominante, la conquista della Democrazia». La rivoluzione borghese non era, in questo modo, una rivoluzione democratica(40).
4. Autonomia comunista e indipendenza di classe
Marx e Engels giunsero a Colonia il 10 aprile, meno di un mese dopo lo sbocciare della rivoluzione a Berlino, dove contribuirono a costruire una Società Democratica. Poco dopo, il primo giugno, venne alia luce la «Neue Rheinische Zeitung», un «organo della democrazia», come annunciava il suo sottotitolo. II giomale fu pubblicato fino al19 maggio 1849, quando fu chiuso dalle autorita. Marx ed Engels scrissero un gran numero di articoli rispondendo agli avvenimenti politici di quei giomi. La forma giomalistica del testo e la sua prosa vigorosa non nascondono tuttavia la portata, il rigore e lo sviluppo di una teoria della rivoluzione che trova in quelle pagine la propria sede(41).E’ in questi articoli che si possono identificare i primi cambiamenti teorici importanti nella rifiessione di Marx ed Engels a proposito della democrazia. Cambiamenti che si possono intendere in modo adeguato confrontando il movimento dei concetti col movimento della storia. Come si e visto sopra, il concetto di democrazia sviluppato da Marx ed Engels non era univoco. II termine assumeva connotazioni differenti in contesti differenti, potendo significare ora un movimento sociale, ora il soggetto di questo movi mento, ora il suffragio universale, orale sue conseguenze. Queste differenti connotazioni possono essere attribuite allo scarso sviluppo di una teoria critica della democrazia da parte di Marx ed Engels. Ma esse sono anche il risultato delle contraddizioni immanenti allo sviluppo politico delle classi lavoratrici nella prima meta del XIX secolo. Dal punto di vista dell’azione politica, cio che unificava questi molteplici significati era l’affermazione fatta da Engels chela «la democrazia, al giomo d’oggi, e il comunismo», o perlomeno che i «comunisti […]peril momento agiscono invece essi stessi da democratici»(42) . Questa identità, che presupponeva l’unita tra il movimento democratico e il movimento comunista, cesso di esistere nel 1848. Le rivoluzioni europee che av vennero in quell’anno dissolsero questa unita. Non fu necessaria attendere per questo la rivoluzione di giugno a Parigi. Ancora prima che le diverse frazioni del movimento democratico si affrontassero nelle strade di Parigi, la scissione era già stabilità.Osservando i rivoluzionari di febbraio nelle strade della francese,Alexis de Tocqueville si diceva impressionato del “caractere ,je ne dirai pas principalement ,mais uniquement et exclusivement populaire de la revolution qui venait de s ‘accomplir. La toute-puissance qu’elle avait donnee au peuple proprement dit, c’est-a-dire aux classes qui travaillent de leurs mains, sur toutes les autres»(43 )E sebbene la Repubblica non fosse il comunismo, ne rappresentasse il potere della classe operaia, essa era, agli occhi della classe lavoratrice e anche della borghesia, la «Repubblica sociale». Secondo Marx,il proletariato, imponendo la repubblica al govemo provvisorio e, attraverso il govemo provvisorio, a tutta la Francia, occupava d’un colpo il centro della scena come partito indipendente, rna in pari tempo gettava una sfida a tutta la Francia borghese. Cio che esso aveva conquistato era il terreno della latta per la propria emancipazione rivoluzionaria, ma non era certamente questa emancipazione(44).A partire dal momenta in cui fu proclamata la Repubblica in Francia, nel febbraio 1848, appariva sullo scenario principale un nuovo attore. L’autonomia di questa sog getto fu, in questa prima momento,un’azione autonoma, fu l’affermazione di un’azione indipendente, rna non ancora di una politica indipendente. Questa azione indipend.ente proclamo in Francia la Repubblica sulla base del suffragio universale, semplifico gli an tagonismi sociali e rese trasparente il conflitto tra la borghesia e il proletariato. La stessa conquista del suffragio universale come terreno di latta era percepita, per questa ragione, come minaccia. Tocqueville fu a tale riguardo e come sempre chiaro, benche esagerasse. L’«onnipotenza» politica della classe lavoratrice, che si era manifestata nella proclamazione della Repubblica, definiva, per l’autore dei Souvenirs, il carattere socialista della rivoluzione di febbraio: «Le socialisme restera le caractere essentiel et le souvenir le plus redoutable de la revolution de Fevrier. La republique n’y apparaitra de loin que comme un moyen mais non un but»(45). Ma cio che era un’esagerazione in febbraio non lo era pili in giugno, con l’insurrezione operaia, «la prima grande battaglia tra le due classi in cui e divisa la societa modema>>(46) La scissione era, in prima luogo, sociale. Secondo Engels: La rivoluzione di giugno e la prime che divide realmente tutta la societa in due grandi cami nemici, che sono rappresentati da Parigi est e Parigi ovest. L’unanimita della rivoluzione di febbraio e sparita, quella unanimita poetica, piena di affascinanti inganni, piena di belle menzogne, cos!degnamente rappresentata dal retorico traditore Lamartine. Oggi la gravita implacabile della realta spezza tutte le promesse fallaci del 25 febbraio. Oggi i combattenti di febbraio si battono fra Ioro e-cosa mai successa-non c ‘e pili indi:fferenza, ogni uomo capace di portare le armi combatte veramente, nella barricata o davanti alia barricata (47). L’apparizione di questa attore sociale come soggetto autonomo diede inizio, tuttavia, ad una scissione che si estese al campo democratico. Perlomeno in Germania questa azione autonoma era necessaria affinche si potesse manifestare la scissione. Fin dal primo momenta la borghesia tedesca rifiuto tanto il principia della sovranità popolare quan ta la stessa Repubblica, preferendo il patto con la Corona. Questa moderazione si fece sentire all’intemo dello stesso movimento democratico e nel suo temporeggiamento coi partigiani dell’ordine(48).La semplice bandiera della Repubblica tedesca una e indivisibile distingueva ormai la «Neue Rheinische Zeitung» dai partiti democratico-radicali e dalla sinistra dell’Assemblea di Francoforte(49)La malinconica dissoluzione dell’Assemblea di Francoforte aveva espresso bene l’atteggiamento reazionario della borghesia tedesca che aveva preferito fare della rivolu zione di marzo un avvenimento che le permettesse di dar corso al «contratto sociale tra governo e borghesia», spostando la politica sui «terreno del diritto», un terreno sul quale il titolo giuridico del popolo non esisteva(50). E’ per questa ragione l’idea stessa di rivolu zione doveva essere confiscata dall ‘Assemblea, come in effetti accadde(51). La borghesia aveva fatto, cosi, per mezzo della rivoluzione, la transizione da una classe che «in appa renza rappresentava il popolo nei confronti della Corona» ad una classe che «in realtà rappresentava la corona nei confronti del popolo»(52).La separazione dalla borghesia era evidente, rna la rottura non si limitava a ciò e riguardava lo stesso movimento democratico. A partire dalla fine del1848 Marx si avvi cino alle associazioni di lavoratori di Colonia. Anzitutto divenne presidente provvisorio dell’Associazione operaia, sostituendo l’orologiaio Joseph Moll, cui venne decretata la prigione nella repressione che fece seguito all’insurrezione di Francoforte nel settembre del 1848. E a partire da gennaio strinse relazioni con la Allgemeinen Deutschen Arbeiter verbriiderung [Fratellanza universale dei Lavoratori tedeschi], diretta da un ex-membra della Lega dei Comunisti, Stephan Born. L’avvicinamento di Marx ed Engels al giovane movimento operaio tedesco si canso lido con la rinuncia loro e dei loro collaboratori ai posti che occupavano nell’Associa zione Democratica Renana. II 15 aprile, la «Neue Rheinische Zeitung» pubblicava una lettera firmata da Marx, Schapper, Annecke, Wolff e Becker in cui era esposto ilcarattere eterogeneo di quella associazione e veniva affermata la preferenza per un legame pili stretto con le associazioni operaie. La missiva si concludeva con le dimissioni dei fir matari dal comitato regionale delle associazioni democratiche53 • Quando termino la sua breve e tribolata vita, il19 maggio, chiusa dalle autorita, la «Neue Rheinische Zeitung» non si rivolgeva ormai pili ai suoi lettori come un «organa della democrazia» ma come difensore dell’emancipazione del proletariato. Lo stesso editoriale in cui si annunciava la chiusura del giornale non si rivolgeva ai democratici, ma i suoi destinatari erano «gli operai di Colonia»(54). la separazione dal cosidetto partito democratico si estendeva anche alla Francia ,sebbene la relazione di Marx ed Engels col movimento democratico francese fosse più complessa. ll mutato atteggiamento verso il «partito social-democratico»- Louis Blanc, Ledru-Rollin e i membri del giomale «La Reforme»- rivela la portata della separazione. Nel novembre del 1847 la partecipazione di questi uomini ai banchetti perle riforme era vista con favore da Engels55 ; gli stessi che, un mese dopo, chiamava rappresentanti del«partito ultrademocratico», sebbene facesse delle riserve a proposito dell’apprezzamento di Louis Blanc per la politica inglese e il movimento democratico in Inghilterra(56) Avrebbe utilizzato ancora la denominazione di «ultrademocratici» in gennaio. E’ una denominazione rilevante, poichè così definiva se stessa l’ala sinistra del cartismo (57) E’ ancora nel Manifesto,si sosteneva l’appoggio al «partito social-democratico», riservandosi, tuttavia, il diritto di criticare «le frasi e illusioni derivanti dalla tradizione rivoluzionaria»(58).Ma, nella misura in cui nella Francia del 1848, gli scontri tra le differenti classi diven tavano pili intensi, l’atteggiamento verso questo partito mutò. Secondo Bernard H. Moss, i primi segni dell’incomprensione con la social-democrazia francese apparvero chiaramente subito dopo l’arrivo di MaX ed Engels in Germania e le prime J!Otizie degli a.vvenimenti di giugilo a ParigP9 • In un articolo· scritto nel dicembre della stesso anna, rna non pubblicato,Engels trattava del partito socialista-democratico, e in esso individuava due frazioni: la pri ma, composta dai portavoce, deputati, scrittori e avvocati seguiti dalla piccola-borghesia, era il partito de «La Reforme», la Montagna; la seconda era composta dagli operai parigini, che seguivano i primi a volte da vicino, a volte da lontano. In questo modo, i membri de «La Reforme» sarebbero entrati nel govemo provvisorio formato nel febbraio del 1848 come rappresentanti del proletariato, sebbene non tutti lo fossero(60).La tensione esistente tra il proletariato di Parigi e il movimento democratico fu mi nuziosamente analizzata da Marx nella serie di articoli pubblicati nel 1850 nella «Neue Rheinische Zeitung: Politisch-okonomische Revue» (61). Nello studio condotto da Marx in questi testi, il partito social-democratico rappresentava l’unita della Montagna, i repubbli cani-democratici, coni «socialisti dottrinari», tra cui Louis Blanc. Lo sterile radicalismo verbale di Ledru-Rollin, prima nell’Assemblea Costituente e poi nell’Assemblea Nazionale, si univa allo sterile radicalismo dottrinario di Louis Blanc e Proudhon. La Iotta per l’emancipazione dava luogo in questo modo aile dottrine dell’emancipazione(62 ). In quanto tale, questa partito esprimeva inoltre la condensazione di un’alleanza tra i rappresentanti della piccola-borghesia democratica ed i rappresentanti del proletariato. La questione della rappresentanza qui e importante ed e pasta come tale dallo stesso Marx subito nelle pagine iniziali del prima articolo(63).La rivoluzione del giugno del 1848 non significo soltanto la rottura di questa unita repubblicana come una scissione nella relazione tra rappresentanti e rappresentati. Ri ferendosi aile oscillazioni politiche di uno dei leader della social-democrazia francese, Marc Caussidiere, Marx ed Engels, in una recensione pubblicata sulla «Neue Rheinische Zeitung: Politisch-okonomische Revue» nell’aprile del 1850, commentavano: Quando i contrasti si inaspriscono, egli condivide la sorte del suo partito, che non sa de cidersi, e resta a meta strada, tra gli uomini del «National» e i rivoluzionari proletari come Blanqui. I suoi montagnardi si scindono; i vecchi bambocheurs gli prendono la mano e non è più possibile tenerli a freno, mentre la frazione rivoluzionaria si mette con Blanqui(64) . Questa stessa caratterizzazione a proposito della spostamento della rappresentanza si presentera nel Die Klassenkampfe in Frankreich 1848 his 1850. Secondo Marx, l’«utopia» e il «socialismo dottrinario», che fino a quel momenta avevano incamato la rappre sentanza delle classi lavoratrici, subordinavano l’insieme del movimento a uno dei suoi aspetti e sostituivano la produzione sociale collettiva con l’immaginazione, che vuole eliminare la «latta rivoluzionaria delle classi»(65 ). Questa tipo di socialismo sarebbe stato abbandonato dal proletariato di Parigi e lasciato alia piccola-borghesia. AI suo posto sa rebbe sorta una nuova corrente, il «socialismo rivoluzionario», il «comunismo», il quale riceveva dalle classi dominanti spaventate il nome della belva: Auguste Blanqui: Questo socialismo e la dichiarazione della rivoluzione in permanenza, la dittatura di classe del proletariato, quale punto di passaggio necessaria per 1′abolizione delle dif.ferenze di classe in generate, per l’abolizione di tutti i rapporti di produzione su cui esse riposano, per l’abolizione di tutte le relazioni sociali che corrispondono a questi rapporti di produzio ne, peril sovvertimento di tutte le idee che germogliano da questi rapporti sociali(66) . ll nuovo programma politico che caratterizzava questa corrente si differenziava cosi chiaramente dal programma che aveva caratterizzato, fino ad allora, la social-democrazia. Ma bisogna leggere questa passo con attenzione. Chi battezzava infatti il «socialismo rivo luzionario» col nome di Blanqui erano le classi dominanti, che gli attribuivano la funzione di rappresentanza simbolica. Le idee che sintetizzano secondo Marx il comunismo -la «ri voluzione in permanenza» e la «dittatura di classe del proletariato» – non trovavano posto per) negli scritti di Blanqui(67) .Ora, non era questa programma a caratterizzare il blanquismo, ma piuttosto l’atteggiamento cospirativo e settario che caratterizzava gli «alchimisti della rivoluzione», e che era stato gia rifiutato da Marx ed Engels(68).
La rottura col movimento democratico culmina nell’Ansprache der Zentralbehorde an den Bund vom Marz 1850 [1ndirizzo del Comitato centrale alia Lega del marzo 1850], in cui Marx ed Engels danno una caratterizzazione delle differenti frazioni del movimento democratico tedesco individuando in esso tre orientamenti: a) la parte pin progressista della grande borghesia, il cui obiettivo era il crollo totale ed immediato del feudalesimo e dell’assolutismo; b) la piccola-borghesia costituzionalista-democratica, il cui principale obiettivo nel movimento precedente era creare uno Stato federale pin o meno demo cratico; c) la piccola-borghesia repubblicana, il cui ideale era una Repubblica federale tedesca e che in quel momenta si auto-denominava «rossi» e «democratico-sociali», frazione composta dai «membri dei congressi e dei comitati democratici, i dirigenti delle associazioni democratiche, i redattori dei giomali democratici»(69).Rispetto a tutte queste frazioni, il proletariato avrebbe dovuto ristabilire la propria indipendenza, ed i comunisti avrebbero dovuto affermarsi come partito autonorrw·. II si gnificato dell’indipendenza operaia e dell’autonomia comunista non era l’isolamento dal movimento democratico. Dopo aver identificato l’eterogeneita di questa movimento, gli autori dell’Ansprache affermavano che questa era la condotta che il partito dei lavoratori rivoluzionari avrebbe dovuto tenere: «esso procede d’accordo con quest’ultima [lade mocrazia piccolo-borghese] contra la frazione di cui persegue la caduta; esso si oppone ai democratici piccolo-borghesi in tutte le cose pel cui mezzo essi vogliono consolidarsi per conto proprio» (70).Le azioni comuni si limitavano quindi aile frazioni costituzionalista-democratica e repubblicana della piccola-borghesia, rna non prendevano in considerazione gli elementi della gran de borghesia. Contrariamente a quanta afferma Moss71 , nel periodo dal1849 all850 Marx ed Engels non rinunciarono ad una Iotta pin ampia con altre forze politiche. La collaborazione con la «Democratic Review» di George Julian Harney in questi anni, nonostante le evidenti differenze con la posizione della rivista, testimonia degli sforzi che Marx ed Engels fecero per mantenere i legami con i settori operai del movimento democratico europeo(72). Andando oltre il Manifesto, l’Ansprache si fondava sulle esperienze del 1848 e del 1849 per individua re precisamente le forze politiche e sociali che confluivano nel movimento democratico e per definire una politica unitaria non implicante la subordinazione del movimento operaio e dei comunisti al movimento dernocratico(73 ). Questa nuova impostazione sembra sostenersi sulla previsione di una nuova rivoluzione in Germania-previsione che si sarebbe rivelata errata-, e sulla percezione che il proletariato tedesco non aveva ancora forze sufficienti per guidarla, ruolo che sarebbe toccato alia piccola-borghesia(74).Nonostante questa percezione errata riguardo allo sviluppo della rivoluzione tedesca e il ruo lo che vi avrebbe svolto la piccola-borghesia, alia luce dell’esperienza del1848 e del1849, gli autori dell’Ansprache affermavano la necessaria indipendenza della classe lavoratrice e lane cessaria permanenza della rivoluzione in modo che questa non si autolimitasse ad un’emancipazione meramente politica. Notevole a questo punto e la definizione del carattere intemazionale della rivoluzione, e cio colloca l’elaborazione teorica dell’Ansprache ad un livello che permetterà, riel XX secolo, a Leon Trotskij di sviluppare la sua teoria della rivoluzione permanente: Mentre i piccoli borghesi democratici vogliono portare al pili presto possibile la rivoluzione alla conclusione […] e nostro interesse e nostro compito render permanente la rivoluzione sino ache tutte le classi pili o meno possidenti non siano scacciate dal potere, sino a che il proletariato non abbia conquistato il potere dello Stato, sino ache l’associazione dei proletari, non solo in un paese, rna in tutti i paesi dominanti del mondo, si sia sviluppata al punto che venga meno la concorrenza tra i proletari di questi paesi, e sino a che almeno le forze produttive decisive non siano concentrate nelle mani dei proletari (75)L’affermazione dell’indipendenza del proletariato era, cosi, la condizione per la rivo luzione permanente. L’Ansprache segna il punto di maggior sviluppo teorico-politico dell’esperienza delle rivoluzioni del1848(76). Le sue conclusioni consolidano la separazione di Marx ed Engels dal movimento democratico ed il riscatto teorico della strategia della rivoluzione permanente formulata nel1844; esprimono, quindi, non una ripetizione di temi presenti nel Manifesto o nella loro pratica politica nella «Neue Rheinische Zeitung», rna una ricostruzione critica di questi temi alla luce dell’esperienza del movimento reale.
Conclusione: per la critica della democrazia
Le conclusioni dell’Ansprache rendono impossibile una lettura in chiave riformista di Marx ed Engels. Por questa ragione, la ricerca marxista d’ispirazione social-democratica ha cercato di sminuire l’importanza di questo documento. Eduard Bernstein lo considerava come laver sione compiuta di una concezione blanquista che Marx avrebbe messo in luce nel Manifesto, in Die Klassenkiimpfe in Frankreich 1848 his 1850 e perfino in Der 18. Brumaire des Louis Bonaparte. Con l’argomento che gia nella Zur Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie. Ein leitung si troverebbe 1’affermazione per cui qualsiasi rivoluzione parziale sarebbe utopica e soltanto la rivoluzione politica sarebbe ancora possibile, Bernstein stabiliva una connessione diretta tra i testi marxiani del 1844 e quelli redatti trail 1848 e il 1851 (77). In un senso analogo, George Lichtheim ha considerate l’Ansprache un’«aberrazione giacobino-blanquista» (78).
A sua volta, Richard Hunt ha indicato il fatto che il documento none firmato da Marx ed Engels, rna dal Comitato centrale della Lega dei Comunisti e ha segnalato certi passi del testo in cui l’Ansprache sembra condannare l’azione di Marx ed Engels all’intemo del movimento democratico renano per sostenere la tesi che in questo testo avrebbero prevalso le concezioni degli artigiani Willich, Bauer ed Eccarius al posto delle idee dei redattori della defunta «Neue Rheinische Zeitung» (79).Vi sono, tuttavia, vari momenti dell’opera e della corrispondenza tra Marx ed Engels nei quali viene riconosciuta la paternita del testo80• Per esempio, in una lettera indirizzata ad Engels e datata 13 luglio 1851, Marx si riferisce alia pubblicazione del documento e fornisce una sintesi estremamente precisa del suo contenuto: «Era il messaggio alia Lega [Ansprache an den Bundj compilato da noi due: au fond nient’altro che un piano di guerra contra la democrazia»(81).Ma al di la di questo esplicito riconoscimento c’e anche il fatto che Marx ed Engels citarono·ripetutamente questo testo senza rinnegame mai il contenuto. Non vie nulla nell’Ansprache che non si trovi, per esempio, in Die Klassenkiimpfe in Frankreich 1848 his 1850, opera in cui, come abbiamo visto, il programma del comunismo e sintetizzato nella formula della rivoluzione in permanenza e della dittatura di classe del proletariate.ll nesso che Bernstein stabilisce tra i testi del 1844 e 1’insieme delle opere culminate nell’Ansprache none del tutto fuori luogo, sebbene lo sia il punto di confiuenza che egli vi individua- il blanquismo. llpercorso che condusse Marx ed Engels dal Manifesto del1848 all’Ansprache del1850 e omologo a quello che condusse Marx dalla Rheinische Zeitung del1843 a Zur Judenfrage del 1844. La delusione verso la borghesia liberale nel primo caso e verso la borghesia e la piccola-borghesia democratica nel secondo condusse in entrambe le occasioni all’affermazione della rivoluzione permanente(82)L’esperienza delle rivoluzioni del 1848 e del1849 stimolo la critica della democrazia come movimento (i democratici) e lase parazione da questo movimento. I risultati delle prime elezioni a suffragio universale maschi le e l’installazione dei primi parlamenti costituiti in base a questo suffragio sono, a loro volta, i materiali storici a partire da cui Marx ed Engels formuleranno la loro critica al «cretinismo parlamentare». n punto d’arrivo della rifiessione marx-engelsiana sulla democrazia è una critica della politica in forma di una critica della democrazia. Oggetto di questa critica non sono i principi dell’uguaglianza politica o della sovranita popolare, sebbene Marx ed Engels insistano sulla precarieta di un’emancipazione politica che non sia completata dall’emanci pazione·sociale. L’oggetto della critica e la forma attuale della democrazia.
[Traduzione dal portoghese di Marco Vanzulli]